Scritture in transito tra letteratura e cinema. ”MADRI”

Il seminario ‘Scritture in transito tra letteratura e cinema’ percorrerà in un nuovo appuntamento il 26 marzo 2021 dalle 15 alle 17, il legame tra padre e figlio.

Il seminario ‘Scritture in transito tra letteratura e cinema’ guidato da Silvia Acocella (Letteratura italiana contemporanea) con i curatori dei Laboratori permanenti, Francesco Amoruso (Scrittura), Gianluca Della Corte (Audiovisivi e multimediali), Marianna Lucia di Lucia (Videocritica cinematografica), Annachiara Monaco (Modelli e strutture narrative), percorrerà in un nuovo appuntamento il 26 marzo 2021 dalle 15 alle 17, il legame tra padre e figlio.
 
Con Milena Dobellini, ci collegheremo attraverso la piattaforma Microsoft Teams

(codice: q7834f4) nel luogo incantato di ‘Mio nonno è Michelangelo’, la libreria diretta da Mariacarmela Polisi. 

Ogni incontro sarà registrato e pubblicato sul sito del seminario.

Dalla Maman di Louise Bourgeois, la figura della madre-ragno si proietterà, con la sua ambivalenza protettiva e distruttiva, sul tessuto linguistico di Gadda e su quello filmico di Tarkovskij, raggiungendo la dimensione uterina di Inseparabili di Cronenberg. Lo stato di attesa della gravidanza diventerà squilibrio e perdita di centro nelle immagini delle madri disattese. La speranza impossibile si radicherà come vizio nel cinema di De Angelis, incarnandosi in una terra di anime in transito, dove gli involucri del sacro torneranno a riempirsi, se rovesciati. Una moltiplicazione di figure materne, legate a un unico filo autobiografico, affollerà le pellicole di Almodovar, in una multiforme vitalità di corpi ibridi. La rêverie materna, descritta da Bion, consentirà di accostare Rosie e Madame Rose, i lacci sciolti di Jojo Rabbit alle assenze di Momo (La vita davanti a sé), in un nodo di pellicole e trame di carta. Le parole tra madre e figlio, che si fanno corpo nel montaggio di Chiara Ricciardi di WRWWR, diventeranno un campo di attrazione in Mommy, che calamiterà al suo interno lo spettatore, fino a farlo coincidere con la mano posta in mezzo al bacio di un amore fusionale. La colpa delle madri attraverserà l’arte di Pasolini, dallo schermo alla pagina, fino all’altezza di una Supplica. Alla crudeltà anaffettiva della madre di Tonya farà da contrappeso una nostalgia di grembo, che dai versi di Erri De Luca giungerà al marmo della Pietà Rondanini, sul filo del respiro di una donna che trattiene in piedi il corpo di un figlio senza vita, ma per la prima volta suo.